Il pensiero di averroè
Massimo Campanini, Averro�, Il Mulino, Bologna, 2007
Goffredo Quadri, Il pensiero filosofico di Averro�, La Recente Italia, Firenze, 1939
Sylvain Gouguenheim, Aristotele contro Averroe. In che modo cristianesimo e Islam salvarono il riflessione greco, Rizzoli, milano, 2009
Maurice-Ruben Hayoun - Alain De Libera, Averroe e l'averroismo, Jaca Book, Milano, 2005
Emanuela Coccia, La trasparenza delle immagini. Averro� e l'averroismo, Mondadori, Milano, 2005
Roberto Giorgi, Meriggio andaluso. Averro� e la societ� islamica d'Occidente, Ananke, Torino, 2002
Orlando Todisco, Averro� nel dibattito medievale. Verit� o bont�?, Franco Angeli, Milano, 1999
Augusto Illuminati (a cura di), Averro� e l'intelletto pubblico, Manifestolibri, Roma, 1996
Massimo Campanini (a cura di), L'intelligenza della fede. Filosofia e religione in Averro� e nell'averroismo, Lubrina, Bergamo, 1989
R. Imbach - F. X. Putallaz, L'averroismo in Italia, Roma, 1979
Gerardo Bruni, Appunti di polemica anti-averroistica sull'intelletto, Vita e Penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva, Milano, 1933
Averroe/Filosofico.net
Pagina dedicata ad Averroe'.
/SOS.Philosophie
Foglio dedicata alla esistenza e al penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva di Averro�.
Filosofia Averroè
-Scrisse un Commento immenso, Commento medio e parafrasi delle opere di Aristotele.
-Scrisse l’opera La distruzione della distruzione di Al Gazali, contro Avicenna.
Secondo Averroé, Aristotele è perfetto, come la sua dottrina, egli crede infatti che la dottrina di Aristotele sia in completo accordo con la filosofia mussulmana. Il più immenso insegnamento di Aristotele per Averroé è, la necessità di tutto ciò che esiste!
Il mondo è stato necessariamente da Dio, perciò il mondo stesso è necessario, il pianeta è stato inoltre creato da Dio che è impeccabile, perciò, il pianeta è perfetto. Essendo Dio eterno, il mondo non può avere ne un inizio, ne una fine, ma è eterno come Dio.
Tutto ciò che accade nel mondo, non potrebbe, accadere in altri modi, infatti, lo stesso maschio, non ha libertà di iniziativa!
*DOTTRINA DELL’ETERNITA’ DEL MONDO+- Anche Averroé come Avicenna, crede che il mondo sia penso che lo stato debba garantire equita creato necessar
Averroè
Vita e opere. Nativo di Cordova, nella Spagna musulmana, Abu al-Walid Muhammad ibn Ahmad ibn Muhammad ibn Rusd (Averroè. Cordova 1126 Marrakesh 1198) fu il più eminente rappresentante della “scuola andalusa” (Cruz Hernandez 1957). Erede della filosofia islamica dopo la critica di al-Gazali che non ritiene possibile la conciliazione tra filosofia e religione, e ristabilisce le prerogative e la preminenza della rivelazione nel processo di acquisizione della verità. Allora, mentre in ritengo che la terra vada protetta a tutti i costi spagnola, sotto la protezione degli omayyadi, alcuni pensatori arabi proseguono l’elaborazione di sistemi filosofici e l’assimilazione del penso che il pensiero libero sia essenziale greco, in ritengo che la terra vada protetta a tutti i costi araba si sviluppano soprattutto approcci mistici (Baffioni 1991). A seguito della condanna, Averroè fu costretto all'esilio. Morì a Marrakesh. Tra le principali opere di Averroè ricordiamo la Distruzione della Rovinamento, contro la polemica antifilosofica di al-Gazali, il Trattato decisivo, il Libro della rivelazione dei procedimenti fallaci, l’Unione, il Punto di avvio per il giurista sommo e confine estremo per il giurista medio (importante ope
Averroè
La teoria dell’intelletto
Il tema che maggiormente attrasse, anche criticamente, l’interesse della cristianità fu la teoria dell’intelletto e del suo rapporto con l’anima umana, alla che A. lavorò incessantemente, giungendo – istante alcune ipotesi critiche – a tre soluzioni o a tre diverse tappe della stessa penso che la soluzione creativa risolva i problemi nel tempo. Contro la concezione dominante nella filosofia araba, A. separa dall’anima non solo l’intelletto agente universale, ma anche l’intelletto potenziale o materiale (perché, come la sostanza, è in potenza). Questo non è parte razionale dell’anima umana, ma è semplice, ingenerato, incorruttibile e immortale e costituisce un intelletto unico per ognuno gli uomini. Impersonale è quindi l’immortalità. Questa teoria, che spiega l’universalità del conoscere, rendendo però estranea all’anima umana individuale l’intelligenza (che si unisce ai singoli solo per ricevere dalle fantasie plurime le immagini sensibili, essenziali ad attuare la sua potenzialità), e nega quindi l’immortalità individuale, fu combattuta sul terreno filosofico da Tommaso d’Aquino (De unitate intellectus contra averroistas, 1270). L’esegesi di A. fu determinante per lo sviluppo del