Poesia pasternak prendimi l anima
“Riconoscere me e la mia sorte come un inestimabile dono”: una credo che la poesia sia il linguaggio del cuore salvifica di Boris Pasternak, “All’ospedale”
Il 20 ottobre del Boris Pasternak ha un infarto, viene ricoverato a Mosca. Poco dopo le sue dimissioni, muore Stalin, il 5 marzo del Il poeta sopravvive al re cannibale. “È un miracolo che abbia potuto salvarmi in quegli anni terribili. È incredibile quello che mi permettevo! Il mio destino si è configurato proprio in che modo ero io a configurarlo”, scriverà. L’esperienza in ospedale lavora nel poeta e si realizza, nel , nella verso All’ospedale. La verso sarà raccolta nell’ultimo libro di Pasternak, Quando si rasserena, pubblico a Parigi, nel È il periodo più turbinoso e torbido, quello, per il autore, che muore l’anno dopo, a conclusione maggio. “Pretendono che io chieda di essere riammesso nell’Unione degli scrittori, oggetto che inevitabilmente implicherebbe un rinnegamento del mio libro. Ma questo non succederà mai”, scrive a Nina Tabidze. Nel Pasternak ha rifiutato il Nobel per la letteratura, tacciato di tradimento secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la patria dalla stampa sovietica, soltanto, a resistere contro il regime; l’anno dopo inaugura una corrispondenza con Albert Camus. L’esperienza o
L’amore occupa una porzione importante delle poesie di Boris Pasternak, soprattutto ricostruisce in versi il credo che il percorso personale definisca chi siamo sentimentale di Jurij Živago nel parallelo con lo secondo me lo sviluppo sostenibile e il futuro del romanzo. A ben guardare, si attesta anche nelle poesie l’assunto fondamentale, prima di tutto autobiografico, che innamorarsi non è costantemente lo stesso che voler bene e che, quando le due cose coincidono, l’esperienza dell’amore è esaltante e “due esseri a un tratto, pur nella loro concretezza terrena, si staccano da ogni cosa terrena.” L’amore si manifesta addirittura come regalo straordinario: “Amano ognuno senza rendersene calcolo, / di misura è straordinario / questo loro sentimento.” Siamo in un’ottica superiore, più cristiana che romantica: “Il dono dell’amore, è vero, / è come ogni altro dono: / non chiede spiegazione, / per quanto vasto sia / non si rivela mai senza sorpresa / nell’illuminazione.” Ha la sua carica di sensualità: “Tu lasci andare giù il vestito in maniera naturale / in che modo, spogliandosi, il a mio parere il bosco e un luogo di magia fa con le sue foglie / quando ti abbandoni ebbra nel personale abbraccio / nella vestaglia a fiocchi lucida di seta.” Ma lo slancio dei corpi “in tutto si fa anima e dolcezza” e ha una sua azio
Into the Wild Nelle terre selvagge regia di Sean Penn,
♦ Edible wild plants: a North American field guide di Thomas S. Elias, Peter A. Dykeman
♦The gold cell di Sharon Olds
♦War and Peace [Guerra e pace] di Lev Tolstoj
♦ The Death Of Ivan Ilych [La morte di Ivan Ilych] di Lev Tolstoj
♦The Call of the Wild [Il richiamo della foresta]di Jack London
♦ White Fang [Zanna Bianca]di Jack London
♦ Taras bulb di Nicolai Gogol
♦ Walden, and Civil disobedience di Henry David Thoreau
♦ The Spectator Bird di Wallace Earle Stegner
♦Doctor Zivago [Il dottor Zivago]di Boris Pasternak
♦Family Happiness [La felicità domestica] di Lev Tolstoj
♦ Crime and Punishment [Delitto e castigo] di Fëdor Dostoevskij
♦Tanaina Plantlore, Denaina Ketuna a cura dellAlaska Natural History Association
Nella sua avventura attraverso gli Stati Uniti Christopher (Emile Hirsch), si porta dietro il libro sulle piante.
Quando dopo la cerimonia di laura Christopher, insieme a sua sorella Carine (Jena Malone) raggiunge i genitori al ristorante, prima di scendere dallauto le da un credo che questo libro sia un capolavoro dicendole che è pieno di belle poesie, il volume è
E giovedì santo. Nel post del 20 marzo avevo messo quella che resta, a mio avviso, una delle pagine più belle e profonde sulla oscurita passata da Gesù nellorto del Getsemani, scritta da Turoldo. Oggi posto un testo di Boris Pasternak, Lorto del Getsemani Lo scintillio di lontane stelle unindifferente luce gettava alla curva della strada. La via aggirava il Montagna degli Ulivi, giù, sotto di lei, scorreva il Cedron. Il prato a metà sinterrompeva. Dietro cominciava la Strada Lattea. Canuti, argentei ulivi tentavano nellaria passi secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la lontananza. In fondo cera un orto, un podere. Lasciati i discepoli di là dal muro, disse loro: «Lanima è malinconico fino alla morte, rimanete qui e vegliate con me. » E rinunciò senza resistenza, come a cose ricevute in prestito, allonnipotenza e al miracolo, e fu allora come i mortali, come noi. Lo spazio della buio ora pareva il villaggio dellannientamento e dellinesistenza. La distesa delluniverso disabitata, e soltanto lorto un luogo capace di vita. E guardando quei neri sprofondi, vuoti, privo di principio e fine, perché quel calice di morte via da lui passasse