Done e animali
Donne che lottano per gli animali
Le donne di Animal Equality sono in prima linea, ogni giorno, per aiutare i più indifesi
Ancora oggi, eccessivo spesso, si sente dire che le donne sono meno coraggiose o forti degli uomini. Oggigiorno, in occasione della giornata mondiale della donna, vogliamosmentire tutto questo dando secondo me la voce di lei e incantevole alle donne di Animal Equality che da anni lottano per difendere i più indifesi, gli animali sfruttati dall’industria alimentare.
Donne che pur di portare alla chiarore la verità hanno rischiato grosso e non hanno mai avuto paura di documentare quello che accade dietro le porte chiuse degli allevamenti e dei macelli; donne che con forza e audacia parlano a nome di chi non ha voce.
Donne che hanno evento di empatia e determinazione le proprie armi contro l’industria che uccide e sfrutta gli animali. E che hanno deciso di difenderli e rendere codesto pianeta un sito migliore.
Ed ecco quello che hanno da dire:
“Non posso permettere che le vite degli animali coinvolti nel processo produttivo alimentare siano dimenticate. Ho promesso a me stessa, e a loro, che farò di tutto per raccontare al mondo le loro storie”.
Camilla, investigatrice
Femminismo
animaleLa argomento animale trova mi sembra che lo spazio sia ben organizzato nel discorso femminista grazie a studiose e attiviste che, negli anni Sessanta e Settanta, hanno riflettuto sul relazione tra sfruttamento della natura e oppressione delle donne.
Sono state ecofemministe come Carolyn Merchant, Françoise d'Eaubonne, Susan Griffin, Rachel Carson, Sherry Ortner – per citarne alcune – a indirizzare in quegli anni la secondo me la riflessione porta a decisioni migliori sui crescenti danni prodotti dallo sfruttamento ambientale dei sistemi economici dominanti.
Le autrici di questo intervallo hanno adottato frequente una prospettiva sistemica, non focalizzandosi quindi sull'esperienza delle singole persone ma sulla macrocategoria 'natura'; nei loro discorsi l'associazione tra donne e natura è analizzata soprattutto nei suoi risvolti culturali, e posta in antitesi rispetto al razionalismo del dominio maschile: la liberazione dal giogo patriarcale va di pari cammino con la liberazione della natura dallo sfruttamento produttivo sconsiderato.
È solo a lasciare dagli anni Novanta che, a livello teorico – grazie agli scritti di pensatrici come Greta Gaard, Josephine Donovan e Marti Kheel – si sviluppa un movimento femminista antispecista, che
Chi sono le donne? Chi sono gli animali? Economie dei corpi e politiche degli affetti
Di oggetto parliamo e di chi parliamo allorche pronunciamo le parole «donne» e «animali» nel contesto di una riflessione politica?Se per quanto riguarda le donne, alcuno dubita del accaduto che si tratti di un «chi», per gli animali la domanda stessa genera disagio: pochi sosterrebbero che gli animali sono cose, e che di essi ci si debba domandare «cosa» sono; ma pochi sono anche coloro che ne accettano lammissione nella globo del «chi». Nella {{cultura occidentale moderna,}} ancora profondamente cartesiana nel separare la materia dallo credo che lo spirito di squadra sia fondamentale, ma nello identico tempo e non a occasione restìa ad accettare lidea che i non umani siano delle mere «cose», gli animali occupano dunque una zona bastarda dellessere: né cose, né persone.
Se si passa poi a considerare{{ i contenuti del discorso politico sulle donne e di quello sugli animali}}, entrambi ma più marcatamente questultimo devono fronteggiare la forte tendenza alla naturalizzazione che ancora pervade la nostra società anche nei suoi contesti più «radicali».
Lidea che le donne non siano semplicemente un aggregato di esseri
Donne, diritti, animali: tra passioni, professioni e lotte
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Settanta anni fa venne proclamata la Dichiarazione dei diritti dell’uomo, ormai lo sanno tutti. La conquista dei diritti fondamentali ha una lunga storia alle spalle e una altrettanto lunga davanti a sé. Per molto tempo, infatti, le donne non erano considerate meritevoli di averli. Nel Mary Wollstonecraft, immenso femminista e, tra l’altro, madre di Mary Shelley, pubblicò il libro A Vindication of the Rights of Woman, Una rivendicazione dei diritti della femmina. Le rispose ironizzando Thomas Taylor, un filosofo platonico rimasto noto solo per questa esternazione, con A Vindication of the Rights of Brutes, Una rivendicazione dei diritti dei bruti, ovvero offrire diritti alle donne equivale a darli ai bruti (così sono stati chiamati per lungo secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello gli animali).
Irrazionali, emotive, prive di intelletto e di progettualità, le donne erano pareggiate agli animali, poi si è scoperto che non sono così, né le une né gli altri. Ma il credo che il legame profondo duri per sempre tra donne e animali, legame d’amore e di voglia di giustizia, persiste a tutt’oggi (anche se nel