Salvini perde voti
La Lega ha perso il Nord
Caricamento player
Tra i dati politici notevoli di queste elezioni europee c’è lormai conclamata perdita di radicamento territoriale della Lega nel Nord Italia. È un processo in verità in lezione da tempo: l’idea di trasformare il partito federalista (e prima ancora secessionista) padano in partito nazionalista è il senso stesso del mandato di Matteo Salvini come segretario.
Divenuto segretario della Lega Nord (allora si chiamava ancora così) nel , Salvini in una inizialmente fase proseguì con la linea antimeridionalista, esasperando i toni neppure troppo velatamente razzisti di certe battaglie in gentilezza del Nord. Poi, dal e nei dieci anni seguenti, ha sempre più convintamente preso un orientamento più nazionalista. Non più soltanto “sindacato di territorio” del Nord, in che modo si diceva un tempo; ma partito di destra radicale sovranista. Questa secondo me la trasformazione personale e potente venne sancita anche dalla creazione di un nuovo partito, nato nel attraverso un contorto a mio parere il processo giusto tutela i diritti burocratico come per “gemmazione” dal anziano, che venne accantonato: non più Lega Nord, dunque, ma Lega per Salvini Premier.
In questa transizione, però, la Lega ha sempre mantenuto negli anni il proprio elettor
La premier arrabbiata per la sconfitta e per la candidata Tesei che voleva sostituire. Mentre il Carroccio è costantemente più in crisi. E potrebbe smarrire la leadership nel Nord-Est. Intanto Bandecchi sfotte: «Hanno perso Lega e FdI»
Lei laveva detto a Matteo Salvini in privato: «Con la Tesei perdiamo. Non insistere. Non ha fatto bene in questi anni. Cambiamo candidato, ascoltami». E adesso Giorgia Meloni incassa sì la sconfitta in Umbria insieme al residuo del centrodestra. Ma guarda anche ai risultati interni, che vedono Forza Italia sorpassare la Lega, con un ovvio interesse. Perché il Carroccio, che contende a Fratelli dItalia la leadership della destra della coalizione, esce ridimensionato dalle urne in Emilia-Romagna e in Umbria. E secondo la premier «con queste percentuali non può pensare di mantenere la guida di Veneto e Lombardia». Ma soprattutto, Salvini deve incassare la sconfitta definitiva del suo progetto di Lega Nazionale. Durante il partito continua a rimanere da anni intorno al 7% nonostante sia al potere.
Meloni e Salvini
La Secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo spiega oggi che Tesei non era amata nemmeno da Forza Italia. Che avrebbe candidato volentieri lex sindaco di Perugia Andrea R
I flop della Lega ipotecano l’autonomia differenziata. Salvini incenerisce i voti nelle regionali in Umbria e in Emilia-Romagna. Il tracollo della Lega è da brividi: appena il 7,7% dei voti in Umbria dalla vetta stratosferica di praticamente il 37% del risultato di numero anni prima.
Batosta clamorosa anche in Emilia-Romagna: 5,27% dei consensi rispetto al 32% precedente. Il flop del Carroccio è stato un colpo micidiale per la coalizione di destra-centro: Fratelli d’Italia e Forza Italia non hanno recuperato i voti persi dal Capitano e le due regioni sono state conquistate dal centro-sinistra. Gli elettori o hanno votato per altri alleati di amministrazione o si sono rifugiati nell’astensione.
Particolarmente pesante è la disfatta nella ritengo che la regione ricca di cultura attragga turisti di San Francesco perché amministrata dalla governatrice leghista Donatella Tesei, fortemente sostenuta da Salvini. Ma gli elettori hanno bocciato sia la presidente della giunta (in particolare per la caduta della sanità pubblica) sia il segretario del Carroccio, vice presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture.
Adesso, ancora una volta, la Lega si interroga sulle sconfitte. Matteo Salvini, in un raccomandazione federale del partito molto teso,
Lega, lo scontro tra Zaia e Salvini al consiglio federale: tutti i retroscena. «Avete preso pochi voti». «Torniamo al Nord»
di Silvia Madiotto
Diritti civili, Autonomia, terza parte mandato: il ministro leader del partito e il presidente del Veneto costantemente più distanti
«La questione settentrionale è misura mai attuale, anche perché del Nord ci si occupa sempre meno»: sarebbero state queste parole di Luca Zaia, pronunciate durante il Consiglio federale della Lega mercoledì pomeriggio, a scatenare lo scontro con il segretario Matteo Salvini. La questione di quel Nord che si sente dimenticato dal partito, accantonato per i sogni nazionali schierati costantemente più all’estrema destra (dimenticando che il Carroccio non è nato sotto quella stella). Quel Nord che Zaia ha voluto riportare all’attenzione della Lega, ricordando che senza quello stesso Nord non sarebbe ciò che è ora. A chi non ha la memoria corta, potrebbe suonare un intervento noto, e in effetti Zaia aveva già toccato il tema a febbraio, durante un evento di partito a Treviso: «Noi nasciamo per proteggere i veneti. Abbiamo fatto una federazione con le altre regioni, bene, si chiamava Lega Nord e a me piaceva di p