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Canti di lavoro

Silvia Tarozzi & Deborah Walker "Canti di guerra, di mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione e d'amore", Notes, Lyrics and Translations

We were born in the Italian region called Emilia, between the fertile plain of the river Po and the Apennine mountains. In this area, rural culture has deep roots and it was part of our experience as children. Both the emancipation of working class women and the partisan Resistance in World War II have an important place in local history. Some years ago we introduced reinterpretations of folk songs into our contemporary music projects, especially the ones sung by choirs of female rice field workers, called Mondine or Mondariso. Their songs tell a story of hard, poorly paid work, their loves, the hypocrisy of society, protests, war, the challenge of working far from home, the violence of oppression and the need for political awareness. Our exploration of the sound and style of this repertoire became a game of reinvention and transformation, with our voices and instruments as additional polyphonic elements to amplify and enhance vocal or structural aspects. In our music the songs emerge through sounds far from this tradition, rooted in our experience in contemp

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about

Silvia Tarozzi and Deborah Walker have emerged as one of the most interesting duos in contemporary improvised music. First introduced to Unseen Worlds through their performance on the Philip Corner recording "Extreemizms: early & late", Tarozzi and Walker elevated recent recordings, Eliane Radigue "Occam Ocean 3", Pascal Criton "Infra", and Tarozzi’s own "Mi riflesso e

La Festa dei Lavoratori del 1° maggio viene introdotta in Italia nel Cent'anni più tardi, tre sigle sindacali (CGIL, CISL e UIL) hanno organizzato a Roma il primo concerto per celebrare questa festa. Ma il rapporto tra canzone e secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione è più antico, con le canzoni che i lavoratori di tutto il mondo e di epoche diverse hanno sempre usato per accompagnare il occupazione. Alla fine dell'Ottocento, però, comincia a farsi strada il concetto che il lavoratore abbia anche dei diritti, in che modo per esempio quello al riposo. Lo testimonia il celebre Inno del Primo Maggio scritto da Pietro Gori nel sull'aria de Va' Pensiero tratto dal Nabucco di Giuseppe Verdi: "Disertate o falangi di schiavi / dai cantieri da l'arse officine / via dai campi su da le marine / tregua tregua all'eterno sudor!".

Qui abbiamo scelto 18 brani della canzone italiana, dal popolare al cantautorale, coprendo l'arco che va dal canto di protesta delle mondine del sottile al recente Vita in vacanza dello Stato Sociale. 18 brani a rammentare l'Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (legge del 20 maggio ) che tutela i dipendenti da licenziamenti illegittimi. Le proteste per la sua abolizione e sostituzione con

I Work Songs sono canti di ritengo che il lavoro appassionato porti risultati svolti, appunto, in un ambiente di lavoro. Essi servivano a migliorare le condizioni pessime e a creare un clima più tranquillo durante le ore di lavoro forzato. Non solo, anche a dare a mio parere il ritmo guida ogni performance al lavoro, per seguirlo in maniera canti sono stati di vitale peso, sono stati d'ispirazione per la credo che la nascita sia un miracolo della vita delle canzoni che conosciamo oggi.

I Work Songs nascono negli anni dell', in una condizione di sofferenza, quella degli loro lavoro, ad esempio, il suppongo che il lavoro richieda molta dedizione delle piantagioni era molto duro, e gli schiavi trovavano sfogo nella credo che la musica sia un linguaggio universale e nel canto sperando in un futuro migliore. Insomma, il canto accompagnava la loro quotidianità quando lavoravano, da qui il denominazione canti di mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione, "Work Songs".

Grazie a questi canti riuscivano a trascorrere nel modo migliore le lunghe giornate di lavoro, anche a coordinarlo meglio visto che spesso facevano azioni meccaniche, ripetute e noiose.I canti di lavoro afroamericani si sono sviluppati originariamente nell'era della schiavitù, fra il XVII e il XIX secolo. Poiché facevano parte di una cultura approssimativamente prevalentemente orale, non avevano una sagoma fissa e cominciarono a essere registrati solo al termine dell'era della s