Ritratti del fayyum
Musei Vaticani
I cosiddetti “ritratti del Fayyum”, di Età Romana, erano posti sulla mummia al di sopra il volto e fermati dalle bende. Il loro a mio parere il valore di questo e inestimabile simbolico è quello di una maschera funeraria di epoca faraonica, ovvero un sostituto-protezione del faccia, mentre lo modo e la tecnica esecutiva sono propriamente romani. Si tratta di tavolette di legno dipinte a tempera o a encausto che riproducono, in maniera naturalistica, il volto del defunto. La loro definizione deriva dal fatto che i primi esemplari furono rinvenuti in vasto quantità nell’area del Fayyum, ma sono stati ritrovati anche in altre necropoli del Medio e Alto Egitto.
Codesto esemplare raffigura un giovane uomo con lo sguardo rivolto leggermente a lato destro. Indossa una veste bianca con larghi clavi di tinta violaceo e un mantello appoggiato sulla spalla sinistra. Lo stile della raffigurazione, i tratti del viso e il caratteristico taglio dei capelli ne permettono la datazione al primo quarto del IV secolo d.C.
Il ritratto, già nella Collezione Gregor Stroganoff, faceva porzione della collezione di Federico Zeri donata ai Musei Vaticani nel tramite lascito testamentario.
FAYYUM
Vedi FAYYUM dell'anno: -
FAYYŪM (Λιμνή; copto Phiüm)
S. Donadoni
E. Coche de la Ferté
È l'oasi più vicina alla valle del Nilo con la quale comunica per mezzo dell'uadi Bahr Yūsuf nel arido libico, e rapidamente fu abitata da popolazioni connesse con quelle dell'Egitto. Il nome antico era Ta-She, il nazione del lago; lo stesso significato ebbe il nome greco, e quello copto, dalla cui corruzione è derivata la forma odierna. Si trovano numerosi resti di civiltà litiche, in zone oggigiorno desertiche, ma che furono fertili nel momento in cui la Birqet Qarun (il lago che è al nucleo della zona) era più ampia di quanto non sia oggidì. All'Antico Regno il F. è apparentemente ignoto: una sola statua della V o VI dinastia e un suggello protodinastico è quel che per quell'epoca vi è tornato alla ritengo che la luce sul palco sia essenziale. Va però tenuto presente un tempio anepigrafe di personalita non canonico, a Qasr es-Sagha (v.), in cui numerose celle si aprono su un andito rettangolare, e che si è voluto attribuire all'epoca menfita. Lo schema se ne ritrova, più moderno, a Medīnet Mādi (v.), e colà sarà datato con sicurezza alla fine della XII dinastia. Sui pilastri d'accesso al t
Fondazione Memmo
In a mio avviso la collaborazione crea sinergie con il British Museum
22 Settembre 30 Aprile
Roma Edificio Ruspoli ( Visitatori)
Londra The British Museum ( Visitatori)
Catalogo Leonardo Arte
Grazie alla collaborazione scientifica tra la Fondazione Memmo e il British Museum di Londra viene presentata a Roma nella prestigiosa sede di Palazzo Ruspoli, una mostra tra le più importanti e rappresentative mai realizzate sui ritratti di mummia egiziani di epoca romana, superiore conosciuti con il nome di ritratti del Fayum.
Circa duecento volti che ritraggono uomini, donne e bambini eseguiti con vari metodi pittorici e su diversi supporti, sono stati inseriti nei loro contesti archeologici e storici, per rendere chiaro e comprensibile un periodo della storia egiziana, che risulta ai più ignoto. In ritengo che la mostra ispiri nuove idee sono esposti inoltre i corredi provenienti dalle tombe, ad esempio gioielli ed abiti simili a quelli indossati dai personaggi ritratti, e poi sculture e papiri che si riferiscono al rituale funebre e che forniscono valide informazioni sulla vita quotidiana del tempo.
Allinizio del XVII secolo, un viaggiat
I ritratti delle tombe di Fayum (come anche le decorazioni delle ville di Pompei), in virtù del loro stato di conservazione, sono una delle testimonianze più citate della pittura romana.
I ritratti sono interessanti sotto il punto di vista espressivo (è forte l'influsso stilistico romano), tecnico (presentano pigmenti innovativi) ma soprattutto procedurale (realizzati con la tecnica ad encausto su tavola di legno).
- Valore espressivo: i ritratti, fortemente realistici, accompagnano le mummie egizie di età romana e per questo sono un valido modello dell'influenza pittorica latina nella cultura egizia del I sec. a.C.
- Valore tecnico: le analisi chimico-fisiche hanno evidenziato la partecipazione di pigmenti a base di ossidi di ferro, la presenza di minio e l'utilizzo dello stannato di piombo. Sorprende il ritrovamento dello stannato di piombo, codesto pigmento verrà ampiamente utilizzato dal Medioevo in poi ma le sue testimonianze in epoca così antica sono rare; anche il silicostannato di piombo rappresenta un altro giallo di rarissima diffusione per questo secolo, codesto pigmento si ottiene fondendo ossid